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Con l'Africa nel cuore...
Spedizione sul Kilimanjaro
Subito dopo la positiva esperienza della spedizione sull’Aconcagua nel 2004, ci eravamo proposti come seconda meta extraeuropea il monte più alto dell’Africa, che con i suoi 5.895 m. slm è anche il vulcano più alto del mondo. Viste le numerose precedenti esperienze di viaggio nei paesi del terzo mondo, si è pensato di abbinare un’azione umanitaria che coinvolga le comunità dei nostri paesi (Latisana, Precenicco e Ronchis). Quando le cose si vogliono fare davvero, non c’è ostacolo che tenga: avviati i contatti con Padre Gabriel Msuya dirigente della Missione Cattolica di Moshi in Tanzania, abbiamo insieme individuato il progetto umanitario, l’acquisto di un mulino per la scuola della Missione. Tutti ci hanno dato una mano e nel giro di una paio di mesi abbiamo raccolto oltre 4000 euro che ci hanno permesso di acquistare, oltre al mulino, una spannocchiatrice, una cucina con forno, un sacco di giochi per i bambini e alcuni animali da cortile.
È stata un’esperienza fantastica, alla quale aggiungiamo il positivo risultato della spedizione sul Kilimanjaro
...e siamo tornati a casa, con l’Africa nel cuore !
Ida Anastasia, Adriano Locci, Gianni Sbaiz, Remo Sbaiz
CON L’AFRICA NEL CUORE... (139 dia – 16’ 26”)
In questa prima proiezione presentiamo l’Africa che abbiamo potuto vedere nei venti giorni che ci ha ospitato… Ci troviamo a Moshi, la cittadina alle falde del Kilimanjaro che è stata il punto di partenza per tutte le successive tappe in Tanzania. Case basse, strade sterrate e un viavai continuo di gente che si muove a piedi per le commissioni giornaliere. I vestiti delle donne sono coloratissimi; camminiamo verso il centro dove non c’è sicuramente il traffico caotico delle nostre città. Sono numerosissime le “sarte” che per strada si propongono con le loro macchine da cucire meccaniche. Ci lasciamo trascinare abbagliati dai colori, verso il mercato di Moshi: lungo la strada principale i primi banchi con dei Masai che vendono barattoli con intingoli vari, qualcuno sonnecchia, qualche altro ci invita all’acquisto. Ma il bello lo scopriamo lungo una laterale dove restiamo abbagliati per il tripudio di colori delle bancarelle colme di frutta e ortaggi; e poi sacchi di patate, caschi di banane… e lentamente usciamo dal mercato, dove un carriolante si riposa tra un trasporto e l’altro.
Ci dirigiamo ad Arusha, importante centro a un’ottantina di km. a nord di Moshi, ma non ci fermiamo molto: un veloce sguardo alla vita intorno a noi, venditori, anziani al tavolo di un locale, bimbi, scultori del legno che sagomano animali da vendere ai turisti, e poi alcuni rappresentanti della tribù dei Masai nei loro caratteristici costumi. Stiamo andando verso i Parchi di Lake Manyara e del Ngorongoro e attraverso una savana punteggiata da villaggi Masai, da baobab giganteschi e magre mandrie.
Musiche: Oruu, prima parte (Gidigidi Majimaji) -
KILIMANJARO (198 dia – 22’ 38”)
Per la salita del Kilimanjaro ci sono diverse vie, la più frequentata è la Marangu Route, noi abbiamo scelto una decisamente più lunga e impegnativa, ma sicuramente più spettacolare: la Machame Route che prevede il ritorno attraverso la Mweka Route. È fatto obbligo servirsi di portatori e guide e la proiezione inizia proprio con il carico del fuoristrada che ci porterà da Moshi all’ingresso del Parco Nazionale del Kilimanjaro. Lungo la strada foreremo la ruota posteriore sinistra… Arrivati a Machame Gate, ci vengono presentati la guida (Meda) e l’aiuto (Sistus), i portatori e i cuochi (una ventina di persone !). Rapidamente si dividono i carichi, che verranno singolarmente pesati prima della partenza; ci sono le tende, la cucina da campo, l’acqua, il cibo e le vettovaglie... a noi lasciano trasportare solo un carico minimo, ma a forza di insistenze ! Formalizziamo il nostro ingresso presso un ufficio apposito e poi iniziamo il nostro trekking attraverso una lussureggiante foresta equatoriale. Arriviamo a Machame Hut, primo campo posto a 3000 m. slm., compiliamo il solito registro e poi assistiamo al montaggio delle tende; viene subito sera e il sole tramonta dietro la sagoma del Monte Meru. L’indomani ci incamminiamo presto per raggiungere Shira Camp a circa 3700 metri; la mattina c’è sempre un bel sole mentre durante la giornata veniamo investiti da nuvoloni minacciosi. Ma il sole si fa rivedere per un altro tramonto fantastico.
Al risveglio ci viene servita un’abbondante colazione; il programma prevede un giro di acclimatamento fino a Shira Cathedral per rientrare poi al campo. Il Kilimanjaro è formato da tre cime: lo Shira (m.4006), il Mawenzi (m.5149) e il Kibo (m.5895), la nostra meta. La Machame Route si dirige prima a nord-
La tappa successiva ci vede arrancare lungo il Barranco Wall, una parete che ci porterà in quota e che poi con diversi saliscendi, ed alcuni passaggi anche esposti, ci porterà a Karanga Valley. Arriviamo giusto in tempo per assistere ad un altro tramonto mozzafiato con la cima del Kibo a due passi, finalmente così vicina quasi da toccare… Ma abbiamo ancora un giorno di trasferimento fino al Barafu Hut a 4600 m.; gli spazi sono stretti e siamo costretti a montare le tende lungo il sentiero, incastonate tra gli enormi massi lavici; alla nostra destra le imponenti guglie del Mawenzi. Con Meda e Sistus programmiamo l’assalto finale al Kibo: partenza verso mezzanotte così da essere alle prime luci dell’alba sul bordo del cratere (Stella Point a 5700 m. slm); le prime foto che siamo riusciti a scattare sono proprio quelle fatte ai primi chiarori e poi la luce esplode accecante, riflessa dalla neve bianchissima, non appena il sole emerge dalla sagoma del Mawenzi. Alla spicciolata arriviamo in cima, facciamo le foto di rito vicino al complicato cartello che indica la cima del vulcano più alto del mondo, e poi ridiscendiamo velocemente, giù fino a Barafu e poi fino alla Mweka Exit, dove ci consegnano i diplomi per la riuscita dell’impresa.
Musiche: Wamba (Salif Keita) -
UN MULINO PER LA SCUOLA DI MOSHI (82 dia – 9’ 50”)
...basta il suono della campanella, e tutti i ragazzi corrono per allinearsi in cortile suddivisi per classi; una marcetta al suono di una minibanda e poi tutti si dirigono nelle loro aule. Così inizia una giornata nella Scuola di Moshi; ma siamo arrivati noi e ci facciamo attorniare volentieri da questi volti sorridenti, curiosi delle nostre macchine fotografiche con le quali li facciamo anche scattare alcune immagini. Ma poi basta un altro suono, quello della fine delle lezioni, per scatenare un’altra corsa verso l’uscita !
Ci troviamo nella ferramenta dove acquistiamo il mulino, la spannocchiatrice e la stufa; poi l’autocarro arriva nella scuola e comincia lo scarico del materiale: non ci facciamo scappare la foto di gruppo davanti al mulino ancora da montare ! E poi ci sono i giochi che abbiamo acquistato ad Arusha: il tavolo da ping-
Alla fine andiamo a trovare i bambini della scuola materna; stanno giocando con l’altalena, il dondolo e lo scivolo, ma corrono incontro a Padre Gabriel quando arriviamo; sono belli come tutti i bambini del mondo, ma questi sono i più bei bambini del mondo… sono soli, non hanno una famiglia o provengono da famiglie disagiate; ma forse no, non sono soli… hanno noi, hanno tutti voi che indirettamente li avete aiutati ad essere felici, anche solo per un momento.
E torniamo a casa… con l’Africa nel cuore !
Musiche: Mama yé (Free at last) -